Il trekking è sempre “-Eco”? Ce ne parla Stefania Contini, guida ambientale in Sardegna
L’attività di Trekking in Sardegna, svolta spesso nel fine settimana o anche per più giorni, rappresenta un ottimo connubio tra attività fisica, contatto con la natura, cultura del territorio. Non perciò è “ipso iure” sostenibile”. A volte l’attenzione alle proprie esigenze personali e qualche distrazione la possono relegare nella lista delle attività “impattanti” come e quanto “un lungo giro macchina”.
Stefania Contini è guida ambientale escursionista e di trekking in Sardegna e da 15 anni accompagna piccoli gruppi alla scoperta di paesaggi sempre diversi nell’Isola. Ci spiega in 6 punti come mantenere il trekking un’attività veramente sostenibile.
.
Trekking in Sardegna si ma… per essere Eco, fondamentale: la nostra attività non deve lasciare tracce
L’escursione va preparata in anticipo, istruendo i partecipanti su una serie di regole di rispetto che non solo per la sicurezza ma anche per salvaguardare l’ambiente da un’attività che, intensiva o mal gestita, può risultare dannosa.
- Spostamenti e autovetture. Devono essere il minimo indispensabile. Preferibilmente i partecipanti dovrebbero utilizzare un mezzo collettivo, quando possibile pubblico. Spesso li metto in contatto al fine di condividere le autovetture. Nascono nuove amicizie, tanta Co2 e carburante risparmiati, meno macchine da parcheggiare.
- Attenzione dunque anche ai parcheggi sul luogo di partenza dell’escursione per non distruggere la vegetazione o intralciare il passaggio di chi lavora in campagna di cui siamo quasi degli “ospiti” con i relativi doveri di riguardo.
- Il gruppo. Consiglio gruppi di massimo 12 persone. Tutto è più controllabile…e sostenibile. L’escursione sarà più piacevole per tutti e si mantiene il rapporto con la guida. Anche il rumore e il disturbo delle voci sarà comunque minimo. Gruppi più grandi impattano necessariamente di più, spesso si spargono a raggera e il passaggio ripetuto di tante persone dirada e danneggia la vegetazione.
- Gli animali selvatici. Possiamo incontrarli o meno. Dipende anche da quanto rispettiamo il loro habitat. Il silenzio è d’oro, per esercitare tutti i nostri sensi, sentirne il verso o percepirne la posizione. Se scappano per il rumore degli escursionisti abbiamo veramente perso la partita! Alla fine di una giornata di voci soffuse ci sentiremo anche molto più riposati.
- Le visite presso artigiani e produttori o le soste ai bar del paese spesso poco attrezzati rimangono autentiche se si è in pochi. Diversamente si comincia ad indurre delle leve di trasformazione che ne faranno un format turistico in poco tempo, con le distorsioni che spesso ne derivano (infrastrutture impattanti per accogliere grandi flussi poi inutilizzate per gran parte dell’anno, spreco di risorse, disoccupazione).
- Pietre, legni e souvenir. Raccomando di non portare via niente. Nemmeno un sasso. L’ambiente naturale necessita di essere la sciato intatto. Finita l’osservazione, qualsiasi cosa che sia stata raccolta deve essere rimessa al suo posto. Come non fossimo mai passati. La Natura non ha bisogno di noi, lasciamola nel suo equilibrio.
- Rifiuti. Raccomando sempre di riportarli a casa e di non lasciarli nemmeno nei cestini del paese dove gioco forza non sarebbero differenziati. Compresi quelli organici che a dispetto di quello che si potrebe pensare, vengono ingeriti dagli animali selvatici che non avezzi a sostanze e batteri possono contrarre malattie e processi di contaminazione.
Il vostro è un “Eco Trekking” in Sardegna? Volete darci qualche altro spunto o avete qualche domanda? Lasciate un commento.
Vi risponderà Stefania Contini per Limolo Sustainable Living Experience Blog
Comment
Lascia un commento Annulla risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.
giulia
test